INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE PARODONTALE
F.A.Q.
Le informazioni di seguito riportate sono fornite dal dr.Nicolino Calabrese e rispecchiano le “Linee Guida per il Trattamento Parodontale” adottate universalmente dalle maggiori Società Internazionali di Parodontologia.
Che cosa è il parodonto?wp_85281552020-09-29T14:37:59+00:00
- Il parodonto (dal Greco “intorno al dente”) è la struttura che circonda e supporta i denti. E’ formato da quattro tessuti distinti: l’osso alveolare, il cemento radicolare, il legamento parodontale e la gengiva.
- Il legamento parodontale è costituito da fibre collagene e agisce come un “ammortizzatore” tra le radici dei denti e l’osso in cui sono immerse.
- In un individuo sano, il legamento parodontale è protetto dall’ambiente orale dalla gengiva, che forma un “sigillo” intorno ai denti. La gengiva sana appare di colore rosa e di consistenza ferma, riempie lo spazio tra un dente e l’altro (formando la “papilla interdentale”) e non sanguina durante lo spazzolamento.
- Le principali condizioni patologiche che possono colpire il parodonto sono la GENGIVITE e la PARODONTITE.
Che cosa è la placca dentale?wp_85281552020-09-29T14:36:30+00:00
- La placca dentale è una combinazione di batteri e prodotti batterici costituenti un biofilm che naturalmente ricopre qualsiasi tessuto della bocca. La placca dentale è composta di più di 400 diverse specie di batteri, la maggior parte dei quali sono abitanti abituali (“commensali”) del cavo orale.
- La placca dentale è la principale causa della carie ma anche della GENGIVITE e della PARODONTITE.
- Le cellule epiteliali che rivestono la superficie esterna della gengiva desquamano naturalmente ogni giorno, impedendo così l’accumulo di batteri sulla loro superficie. Al contrario, la superficie dei denti non desquama; se non spazzolati regolarmente, i denti possono solamente accumulare sulla loro superficie una quantità sempre maggiore di placca.
- In piccole quantità, la placca è invisibile e relativamente pericolosa per la gengiva. Al contrario, se lasciata accumulare, la placca forma uno spesso biofilm e diviene visibile come un deposito soffice e bianco. La proporzione relativa delle specie batteriche potenzialmente pericolose aumenta con lo spessore del biofilm.
Che cosa è la GENGIVITE?wp_85281552020-09-29T14:35:59+00:00
- La gengivite è l’infiammazione delle gengive causata dalla placca batterica dentale.
- La gengivite si manifesta con gonfiore e arrossamento delle gengive, che hanno una spiccata tendenza al sanguinamento durante lo spazzolamento.
- La gengivite è reversibile: dopo un’accurata rimozione della placca dentale, l’infiammazione scompare, le gengive si sgonfiano e non sanguinano più.
- Durante la gengivite, il sigillo formato dalle gengive intorno ai denti non viene alterato e pertanto il sottostante legamento parodontale non viene attaccato.
- La gengivite è però il primo, necessario passo verso la parodontite; ne consegue che la prevenzione della gengivite è la misura di prevenzione primaria della parodontite.
Cosa è la PARODONTITE?wp_85281552020-09-29T14:34:59+00:00
- La parodontite (anche chiamata in Medicina PIORREA o, familiarmente, “GENGIVITE ESPULSIVA”) è molto più insidiosa della gengivite perché causa danni irreversibili al parodonto e determina la progressiva perdita dell’osso alveolare fino all’esfoliazione dei denti.
- Nei paesi industrializzati, la parodontite affligge circa il 10-15% della popolazione. Purtroppo, la maggior parte dei malati di parodontite non è a conoscenza di esserlo. Questo perché questa malattia distrugge il parodonto dando sintomi aspecifici (es.: sensibilità dentinale, sanguinamento gengivale) e quasi mai eclatanti (es. dolore).
- Gli individui colpiti dalla parodontite sono considerati variamente “SUSCETTIBILI” a questa malattia e sembra vi siano geneticamente predisposti. E’ stata dimostrata infatti una certa “familiarità” della parodontite, che tende a manifestarsi più frequentemente tra consanguinei; purtroppo, i geni responsabili di questa familiarità sono ancora poco conosciuti.
- La parodontite sembra un’infezione opportunista causata dai batteri della placca dentale che vivono normalmente nella bocca di ciascuno di noi. I batteri della placca, aumentati di numero a livello del margine gengivale causano infiammazione, distruggono il sigillo formato dalla gengiva intorno al dente, colonizzano la superficie della radice del dente e cominciato a far riassorbire l’osso alveolare in cui la radice è immersa.
- Nei pazienti affetti da parodontite, le gengive si staccano dalla superficie dei denti e formano delle tasche nelle quali i batteri si accumulano e proliferano indisturbati. La profondità di queste tasche è importante perché è connessa alla perdita di tessuti parodontali e alla proliferazione delle specie batteriche più patogene.
- Mentre non vi è dubbio che i batteri della placca dentale rappresentino l’agente causale della parodontite, ci sono molti “FATTORI DI RISCHIO” che possono esacerbare il decorso della malattia. Quello più universalmente riconosciuto è il fumo di sigaretta.
- Sicuramente esiste un collegamento tra salute parodontale e salute sistemica. Già da anni, i risultati d’innumerevoli ricerche scientifiche hanno confermato una stretta relazione tra parodontite e Diabete Mellito (sia di tipo I che II). Semplice associazione è stata invece riportata tra parodontite e nascita di bambini pretermine e anche tra parodontite e malattie cardiovascolari.
Quali sono gli obiettivi della terapia parodontale?wp_85281552020-10-14T08:32:08+00:00
- La forma più comune di parodontite ha decorso “cronico” e la progressiva distruzione del parodonto avviene, in maniera pressoché asintomatica, nel corso di molti anni.
- Al momento non è possibile prevedere quando la distruzione avverrà in uno specifico sito di un dato paziente. Il razionale della terapia parodontale è pertanto quello di diminuire la carica batterica complessiva presente nel cavo orale fino a un livello che il sistema immunitario del paziente riesca ad accettare.
- Vista la natura di questa malattia, oggigiorno l’unico obiettivo realistico della terapia parodontale è quello di arrestare la progressione dell’infezione, cercando di posticipare il più possibile la perdita dei denti, mantenendo il più a lungo possibile la dentatura naturale del paziente.
- Data l’impossibilità di guarire completamente dalla parodontite (= non è possibile una “restituito ad integrum”), chi ne è afflitto deve considerare la terapia parodontale come una terapia “a vita”. Esattamente come un paziente diabetico, il paziente parodontale dovrà periodicamente sottoporsi a controlli e terapie per mantenere stabile la sua malattia.
- Il successo a lungo termine della terapia parodontale dipende essenzialmente da due soli fattori: 1) livello d’igiene orale domiciliare quotidiana del paziente; 2) dopo il termine della terapia attiva, partecipazione costante del paziente a un programma di terapia di mantenimento (= visite di igiene a intervalli regolari di 2-6 mesi)
Cosa e’ la “terapia non chirurgica” della parodontite?wp_85281552020-10-14T08:32:23+00:00
- Secondo le Linee Guida internazionali, qualsiasi corso di terapia parodontale dovrebbe cominciare sempre con la “terapia attiva”, divisa in due fasi: terapia parodontale non-chirurgica e terapia parodontale chirurgica. Ciascuna di queste due fasi terapeutiche ha una durata variabile tra i 3 ed i 6 mesi.
- Oggigiorno si riesce a stabilizzare la maggior parte dei pazienti parodontali con la sola terapia non-chirurgica, in maniera minimamente invasiva.
- Talvolta, la terapia parodontale non-chirurgica inizia con l’estrazione precoce (preventiva) di tutti quei denti considerati con una prognosi a lungo termine infausta. Ciò è fatto per eliminare sin dall’inizio tutte le riserve batteriche presenti nella bocca (che potrebbero determinare una futura riattivazione della malattia). L’estrazione precoce degli elementi irrimediabilmente compromessi può sembrare un atteggiamento aggressivo ingiustificato ma consente anche di limitare la perdita di osso alveolare nell’area (magari utile per collocare in seguito impianti dentali) e di concentrare le terapie sui denti con prognosi migliore.
- Oltre a dettagliate istruzioni d’igiene orale personalizzate, la terapia parodontale non-chirurgica prevede la completa rimozione dei depositi batterici, sia soffici (placca dentale) che duri (tartaro) dalla corona e dalle radici dei denti. Ciò è eseguito in anestesia locale in un’unica visita della durata di circa due (2) ore, secondo un protocollo di lavoro chiamato “Full-mouth disinfection”.
- Gli “effetti collaterali” della terapia parodontale non-chirurgica sono due: la sensibilizzazione (solitamente temporanea) degli elementi dentali a vari stimoli (es.: caldo/freddo) e la recessione delle gengive (proporzionale alla quantità di osso alveolare perduta).
In cosa consiste e quando si ricorre alla “terapia chirurgica”?wp_85281552020-10-14T08:32:40+00:00
- Specialmente in presenza di tasche profonde, può accadere che la terapia parodontale non-chirurgica non basti da sola ad arrestare la progressione della parodontite. A 3-4 mesi dal completamento della “Full-mouth disinfection”, dopo un’attenta rivalutazione, si deve quindi passare alla terapia parodontale chirurgica.
- Secondo l’entità dell’infezione residua, la terapia parodontale chirurgica può includere varie procedure (della durata di circa 1-1.5h l’una). Queste operazioni sono fatte in anestesia locale ed hanno lo scopo di eliminare, in visione diretta, i depositi batterici rimasti sulle radici e, eventualmente, di modificare l’anatomia locale.
- In situazioni molto selezionate (es.: paziente, dente, tipo di difetto, etc.), alcune procedure chirurgiche parodontali possono riuscire a rigenerare parte dei tessuti parodontali andati perduti. Predicibilità, tecniche e materiali adottabili variano da caso a caso.
- Al termine di una chirurgia parodontale, le gengive vengono ricollocate al loro posto tramite punti di sutura. La sutura viene rimossa dopo un periodo di 7-10gg., senza bisogno di anestesia.
- Solitamente, il decorso post-operatorio è ben tollerato dal paziente con l’aiuto di blandi analgesici (es.: Paracetamolo 1000mg). Di solito, dopo l’operazione, non è previsto l’uso di antibiotici e non sono mai necessari periodi di riposo totale.
Perche’ la “terapia di sostegno” (mantenimento) e’ fondamentale?wp_85281552020-10-14T08:32:49+00:00
- Come già sottolineato precedentemente, la terapia parodontale attiva di qualsiasi tipo non ha ragione di esistere se non viene poi seguita dalla terapia di mantenimento. Le visite periodiche di igiene e controllo rappresentano per il paziente parodontale un impegno davvero a lungo termine (“a vita”).
- Gli appuntamenti di mantenimento possono essere eseguiti da un’igienista dentale ma la loro frequenza viene sempre stabilita dallo specialista parodontologo, in base alla suscettibilità individuale (= “rischio personale di progressione della malattia”) del paziente.
- Una volta l’anno, lo specialista parodontologo esaminerà il paziente per controllare la stabilità dei risultati e per diagnosticare in tempo eventuali aree di riattivazione localizzata della parodontite.
- La ripetizione di alcune terapie attive (chirurgiche e non-chirurgiche) si può talvolta rendere necessaria durante la terapia di mantenimento.
- In ultima analisi, il successo nel lungo periodo di qualsiasi terapia parodontale dipende dall’aderenza del paziente ai richiami periodici durante il mantenimento e dai livelli d’igiene orale domiciliare che il paziente stesso è in grado di mantenere quotidianamente.
Posso mettere impianti dentali se ho la parodontite?wp_85281552020-10-14T08:32:56+00:00
- Oggigiorno, gli impianti dentali sono spesso usati per sostituire gli elementi dentali persi a causa della parodontite.
- Da un’analisi della letteratura, sembra chiaro che gli impianti dentali abbiano minore successo e sopravvivenza in pazienti affetti da parodontite (anche qualora la parodontite sia stata già trattata e stabilizzata)
- Gli impianti dentali possono venire colpiti da un’infezione per molti aspetti simile alla parodontite, chiamata peri-implantite. La peri-implantite consiste nella colonizzazione della superficie dell’impianto dentale da parte dei batteri della placca.
- Anche la peri-implantite si manifesta inizialmente con il sanguinamento della gengiva che circonda l’impianto dentale (“mucosite”) e può essere intercettata e trattata.
- La peri-implantite causa una perdita estremamente rapida dell’osso precedentemente “integrato” alla superficie dell’impianto dentale; l’impianto inizia a muoversi e, pertanto, deve essere rimosso.
È vero che la Parodontitite può influenzare la mia salute generale?wp_85281552025-02-11T15:03:54+00:00
- La bocca è la parte iniziale del sistema digerente; è pertanto ovvio che la composizione del suo microbioma influenza quella dei tratti più distali (es.: stomaco e intestino). In condizioni di salute, il microbioma orale comprende varie centinaia di specie batteriche, che vivono in equilibrio tra loro. Un qualsiasi turbamento di questo equilibrio può innescare una disbiosi batterica, che si ripercuote anche a livello sistemico.
- Da decenni è stata stabilita con certezza una relazione “bidirezionale” tra Parodontite e Diabete Mellito (sia di tipo I che II). I pazienti diabetici hanno molte più probabilità di essere affetti da Parodontite che quelli non-diabetici, tanto che oggi la Parodontite è considerata una delle complicanze più comuni del Diabete Mellito. Al tempo stesso, è stato ampiamente dimostrato come la terapia parodontale sia in grado di migliorare il controllo glicemico del paziente diabetico.
- Recentemente, è stata anche stabilita una relazione tra Parodontite e Malattie Cardiovascolari. I metaboliti batterici e i mediatori infiammatori dell’ospite nel circolo ematico contribuiscono ad uno stato infiammatorio cronico, tra le cause di Aterosclerosi. La terapia parodontale, unitamente ad una buona igiene orale, può rendere il controllo pressorio migliore e può ridurre l’incidenza di episodi cardiovascolari acuti (es.: infarto del miocardio, ictus, etc.). Per questo motivo, le attuali Linee Guida di trattamento suggeriscono una più stretta collaborazione tra Cardiologi e Parodontologhi: una visita specialistica parodontale sarebbe indicata per i tutti i pazienti affetti da malattie cardiovascolari.
- L’inizialmente presunta relazione tra Parodontite e problemi gestazionali (es.: parto pretermine di bambini sottopeso, o PTLBW) è oggi esclusa. È comunque probabile che, in pazienti “suscettibili”, fattori legati alla gravidanza (es.: cambiamenti ormonali, stress, diminuiti livelli di igiene orale, etc.) possano influenzare negativamente lo stato di salute gengivale della madre, dando inizio alla Parodontite.
- Attualmente, i ricercatori stanno investigando una possibile relazione tra Parodontite e comuni malattie cognitive degenerative (es.: Alzheimer e Parkinson).